L’Australia propone una legge che stabilisce un’età minima per l’accesso ai social network, con l’obiettivo di proteggere i giovani.
L’Australia si prepara a introdurre una nuova normativa che stabilirà un’età minima per l’utilizzo dei social network, nel tentativo di tutelare i giovani dai rischi legati all’uso eccessivo delle piattaforme digitali. Il primo ministro Anthony Albanese ha annunciato l’intenzione di implementare questo piano entro la fine del 2024, con l’obiettivo di ridurre l’esposizione dei minori a contenuti dannosi come il cyberbullismo, i deepfake e materiali inadatti, inclusa la pornografia.
Questa iniziativa è stata ispirata da un rapporto stilato dall’ex giudice capo dell’Alta Corte, Robert French, che ha evidenziato l’urgenza di intervenire per proteggere i minori di 14 anni. Oltre a vietare l’accesso diretto ai social per i più giovani, il rapporto propone l’obbligo di ottenere il consenso genitoriale per l’iscrizione dei minori. L’obiettivo principale è quello di limitare l’esposizione a rischi digitali e promuovere uno sviluppo sano per i ragazzi.
Le preoccupazioni degli esperti di psicologia
L’Australian Psychological Association ha fornito dati allarmanti riguardo al tempo che gli adolescenti trascorrono sui social network. In media, i giovani australiani passano oltre 3 ore e mezza al giorno su queste piattaforme, spesso esposti a contenuti che possono influenzare negativamente la loro autostima e il loro benessere mentale. La pressione dei genitori, preoccupati per il tempo trascorso dai figli davanti agli schermi e per la loro salute psicologica, ha spinto il governo a prendere provvedimenti.
“La sicurezza dei nostri figli è fondamentale“, ha dichiarato il premier Albanese. “Vogliamo aiutare i genitori a trovare un equilibrio e a proteggere i loro ragazzi da potenziali pericoli digitali.” Come riportato da tg24.sky.it
Critiche alla proposta di legge
Non tutti, però, sono favorevoli alla legge proposta. Secondo Daniel Angus, professore della Queensland University of Technology, questa normativa potrebbe avere conseguenze indesiderate. In un suo intervento, ha definito l’iniziativa “precipitosa”, sottolineando che il divieto rischia di spingere i giovani verso soluzioni alternative, meno sicure e difficili da controllare. Come riportato da tg24.sky.it
Secondo Angus, l’esclusione dai social network potrebbe privare gli adolescenti di una forma di connessione sociale significativa e sana, portandoli verso piattaforme meno regolamentate o potenzialmente pericolose.